domenica 26 maggio 2024

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MILIZIANI ISLAMICI PATTUGLIANO LE CITTÀ ITALIANE: LA NATO VUOLE ARRUOLARLI

MAGGIO 26, 2024































E’ l’anno 2050. L’Italia, una volta terra di libertà e cultura, è ora sotto il dominio di un esercito straniero, i Nuovi Talebani. Questi invasori, arrivati negli anni con i ricongiungimenti familiari e i decreti flussi, sono noti per la loro religione rigida e oppressiva.

Credno in un ordine assoluto, in una società senza libertà individuali, dove ogni aspetto della vita è controllato e regolato in base alla Sharia. La loro religione non tollera la diversità o la libertà di espressione. Ogni forma d’arte, ogni canzone, ogni libro tranne il Corano è considerato eretico e distrutto. Dante è vietato da anni nelle scuole italiane, già da prima della grande invasione: fu un tentativo di assecondare i primi invasori.

Le strade di Roma, una volta piene di vita e colori, sono ora silenziose e grigie. I ristoranti, i caffè, i teatri sono chiusi. Le piazze, un tempo cuore pulsante della vita sociale italiana, sono vuote. I pochi italiani rimasti vivono in un costante stato di paura, temendo le punizioni severe dei nuovi padroni.

Ghali li definirebbe ‘italiani veri’. Sono miliziani di un esercito occupante. E le loro avanguardie sono già tra noi.

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Basterebbero gruppi di militari con licenza di uccidere invece di ‘segnalare’.

Lo Stato italiano è fallito. Servono milizie volontarie e legali di patrioti che riconquistino il territorio palmo a palmo. Da Lampedusa al Piave.

Invece, l’Esercito di Crosetto vuole arruolare e armare questi migranti islamici. Immaginate africani e islamici in divisa e armi nei vostri quartieri per ‘difendervi’. Immaginate non potervi fidare dei vostri stessi soldati perché la loro fedeltà è prima ad Allah. Che vi considerano infedeli. Per i quali siete stranieri come loro lo sono per voi.

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“Bande di immigrati si stanno appropriando di intere aree del territorio italiano e si stanno preparando alla guerriglia etnica in stile africano”

“Gruppi di migranti nigeriani che in un primo momento collaboravano











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