L’Unicef – Onu – si ostina a non volere querelare il clan Renzi. Condizione sine qua non per la speranza di rivedere i soldi che secondo i magistrati i parenti del leader PD avrebbero sottratto dalle donazioni ‘umanitarie’.
E’ strano. E’ molto strano.
A meno che Unicef non abbia qualcosa da nascondere nei rapporti con il clan Renzi. Non si spiegherebbe altrimenti la decisione, ora ufficiale, di non querelare il cognato di Matteo e, così, di fatto rinunciare ai soldi sottratti. Ricordiamo la vicenda:
Unicef ha infatti ufficialmente comunicato che, incredibilmente (se si ignora l’evidenza), non sporgerà querela nei confronti dei fratelli Conticini, indagati per l’accusa di aver utilizzato a fini personali fondi versati dalle associazioni umanitarie: 6,6 milioni.
La decisione è stata raggiunta dopo alcune settimane di “approfondimenti interni”, ha spiegato in modo bizzarro Paolo Rozera, direttore di Unicef Italia.
E così, grazie alla riforma varata dal Pd poco prima di lasciare il governo, ora il cognato di Matteo la passerà liscia, perché se la parte lesa non sporge formale denuncia, l’intera indagine non può andare avanti.
Ora, vi chiediamo: se qualcuno vi ruba alcuni milioni di euro, voi rinunciate ai soldi perché non avete ‘voglia’ di querelarlo? Solo in un caso, ovviamente: se siete complici nell’ammanco.
I magistrati fiorentini lo scorso agosto hanno addirittura trasmesso richiesta di rogatoria alle parti lese: Unicef New York, Fondazione Pulitzer, Action Usa. Nulla da fare.
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