ITALIA ISLAMICA, MUSULMANI: DA 2MILA NEL 1970 A PIÙ DI 2 MILIONI OGGI
GIUGNO 21, 2022
Nel 1970 erano tra i 2.000 e i 3.000. Una presenza che sarebbe normale, di ospiti bene accetti e liberi di vivere la propria religione.
Poi è iniziata l’invasione. E siamo passati da 2.500 a 2 milioni : una crescita esponenziale. Perché quasi tutta concentrata negli ultimi 2 decenni. E parliamo solo dei ‘regolari’.
A differenza di altri Paesi come Francia e Inghilterra, dove il trend è costante da decenni, la crescita in Italia è avvenuta più rapidamente. In modo diremmo quasi ‘caotico’. Questo è normale: lì è un fenomeno più vecchio e quindi più drammatico per le dimensioni raggiunte.
Quello che più fa rabbia è che ai cittadini non è mai stato chiesto: volete far entrare 2 milioni di Maomettani?
Qui ci stanno invadendo. E questi spalancano i porti e vaneggiano di ius soli.
E nel 2100, se non fermiamo l’immigrazione, saranno la metà della popolazione totale residente in Italia.Gli stranieri musulmani residenti in Italia sono cresciuti di 127mila unità rispetto al 2018 (quando erano 1,45 milioni), mentre i cristiani sono invece diminuiti di 145mila unità (nel 2018 erano poco meno di 3 milioni), pur mantenendo ancora il ruolo di principale religione professata dagli stranieri”. E a seguire, il focus sui Paesi d’origine: “Per quanto riguarda la nazionalità, si stima che la maggior parte dei musulmani stranieri residenti in Italia provengano dal Marocco (440mila), Albania (226mila), Bangladesh (141mila), Egitto (111mila) e Pakistan (106mila).
Ecco perché è seriamente ipotizzabile che a fine secolo, i musulmani potrebbero rappresentare addirittura la metà della popolazione italiana. I motivi? Presto detti: praticamente otto immigrati su dieci sono di religione musulmana e le loro donne fanno molti più figli di quelle italiane. Si stima infatti che il tasso di fertilità delle donne musulmane sia il doppio di quelle italiane. E il fatto che “gli italiani non facciano più figli”, è cosa tristemente nota. Da anni. E il rischio (concreto) è quello di vedersi, fra un secolo, soverchiati dagli stranieri. Non è dunque un caso se nel popolo italiano è tuttora forte e maggioritaria la contrarietà allo ius soli tanto caro alla sinistra.
La maggior parte dei musulmani stranieri residenti in Italia ha cittadinanza marocchina (440mila), seguiti da quella albanese (226mila), bangladese (141mila), pachistana (106mila), egiziana (111mila).
Una minaccia crescente. Salvini deve decidere se vuole davvero salvare l’Italia dall’invasione, e allora mettere al primo punto del programma del prossimo governo l’abrogazione dei i ricongiungimenti familiari, oppure fingere di farlo chiudendo i porti: perché nel secondo caso ci sarà solo un rallentamento nel processo di sostituzione etnica.
E avremo le nostre periferie sempre più simili alle banlieus francesi: perché tanto non esiste l’integrazione.
Perché gli attentati sono solo un aspetto della guerra in corso. Che è, prima di tutto demografica.
E’ in atto un genocidio. Il nostro. Siamo come agnelli in attesa della Pasqua. Solo che noi abbiamo coscienza di questo, ma non facciamo nulla per impedirlo: eppure saremmo ancora in tempo. Catastrofi demografiche simili sono state evitate in passato: basta una rivoluzione, e poi un grande piano di rimpatri. Una reconquista del nostro spazio vitale.
Già oggi, quasi la metà dei nuovi nati a Bruxelles, sede dall’Unione Europa, è musulmano:
Il Belgio in generale è, come ci si poteva aspettare, messo peggio della Francia:
Questo è quello che accadrà in Italia tra dieci anni, se non abroghiamo l’assurda legge sui ricongiungimenti familiari.
Vox vi invita a non dare tregua ai vostri rappresentanti in Parlamento. A tempestare le loro pagine social con questa richiesta. Perché tra poco sarà troppo tardi. La vera arma di distruzione di massa islamica è questa:
Immaginatevi un partito islamico che può contare su un bacino elettorale di circa il 15 per cento. In pratica, nessun governo potrebbe nascere senza il consenso politico degli islamici.
Ecco, questo è lo scenario previsto nei prossimi anni in Italia, dall’analisi demografica dell’istituto di ricerca americano Pew Research Center:
Lo scenario vale nel caso proseguano i flussi attuali. Vedrebbe l’Italia, in pochi anni, quasi raggiungere paesi come Francia, Regno Unito e Germania, che oggi l’Italia segue molto ‘indietro’ con poco più del 3%. In pratica quadruplicheranno, mentre nell’Europa in generale triplicheranno.
Ai ritmi attuali, in Italia avremo oltre 8 milioni di residenti musulmani entro il 2050:
E città come Milano, dove già oggi la popolazione islamica è il doppio rispetto alla media nazionale, saranno a maggioranza straniera entro il 2040: i vostri nipoti vivranno da stranieri in Patria. A Brescia, questo rovesciamento demografico arriverà molto prima.
In Francia è già avvenuto a Parigi, tra una decapitazione e l’altra:
E in Francia è cominciato tutto con i ricongiungimenti familiari:
Siamo a pochi anni dal disastro. A pochi anni dal punto di non ritorno.
Vogliono schiacciarci.
Più deboli vedranci, più la pressione sarà forte.
Nell’imminente guerra razziale ad alta intensità, le umiliazioni serviranno a dimostrare, a loro stessi e a noi, che loro non sono inferiori e che noi non siamo superiori e che, anzi, loro sono superiori e noi siamo solo bestiacce meritevoli di essere spiaccicate.
La nostra terrificante debolezza ecciterà al massimo la loro crudeltà.
Ecco il parossismo della follia.
Sembra di leggere Orosio o Berto Ricci.
Ma la vera questione, a un certo punto, è: che differenza fa? Poniamo anche che un domani, come il protagonista del film L’uomo caffellatte (Watermelon Man, 1970) ci si svegli tutti neri. Cambierebbe qualcosa di significativo? Geneticamente non cambierebbe quasi nulla [menzogna, avremmo i geni degli africani]. Saremmo tutti umani come prima, e faremmo le stesse cose di prima. E per chi ama la diversità, la mescolanza di geni tra popolazioni diverse non creerebbe un mélange indistinto [ecco qui il parossismo. Il meticciamento crea proprio questo: un mélange indistinto, saremmo tutti marroncini e, alla fine, vista l’inarrestabile ascesa demografica subsahariana, negri tanto quanto i camerunensi] . Al contrario, aumenterebbe la quantità di combinazioni genetiche, creando letteralmente una maggiore diversità nella popolazione. E la maggiore diversità biologica tende a essere un vantaggio: le popolazioni che si ostinano a rimanere pure, riproducendosi solo al loro interno, tendono a soffrire di problemi genetici [altra menzogna. Le popolazioni pure sono le più forti e longeve]. Quindi state tranquilli: la nostra razza non è in pericolo. Ma anche se lo fosse, non ci sarebbe niente di male.
Non c’è niente di male nel distruggere quelle differenze che dichiarano di amare.
://www.libraccio.it/libro/9788898837540/bruno-barba/meticcio-opportunita-della-differenza.html
L’umanità è fatta di mescolanze: come insegnano le culture mediterranee, caraibiche, sudamericane, il meticciato rappresenta un destino ineluttabile: non da subire passivamente, bensì da considerare come un’occasione imperdibile per una decisa apertura alla diversità e alla scelta. È il momento di promuovere l’essere transculturale, la nuova mobilità planetaria, di affrontare il nostro tempo con strumenti interpretativi adatti, senza alcun timore. Nessuno perderà la propria identità, al contrario la rafforzerà e la celebrerà [altro culmine di demenza], attraverso il processo di ibridazione. Questo saggio, in una nuova edizione ampliata e rivista destruttura, anzi decolonizza la nostra mente, e prova a pensare per nuove categorie. Partendo dalla storia si intraprende un percorso che si pone come il ‘manifesto del meticciato contemporaneo’: una riflessione cruciale per il nostro tempo, un’affilata antropologia dell’in-differenza.
Ecco il parossismo della follia.
Sembra di leggere Orosio o Berto Ricci.
Ma la vera questione, a un certo punto, è: che differenza fa? Poniamo anche che un domani, come il protagonista del film L’uomo caffellatte (Watermelon Man, 1970) ci si svegli tutti neri. Cambierebbe qualcosa di significativo? Geneticamente non cambierebbe quasi nulla [menzogna, avremmo i geni degli africani]. Saremmo tutti umani come prima, e faremmo le stesse cose di prima. E per chi ama la diversità, la mescolanza di geni tra popolazioni diverse non creerebbe un mélange indistinto [ecco qui il parossismo. Il meticciamento crea proprio questo: un mélange indistinto, saremmo tutti marroncini e, alla fine, vista l’inarrestabile ascesa demografica subsahariana, negri tanto quanto i camerunensi] . Al contrario, aumenterebbe la quantità di combinazioni genetiche, creando letteralmente una maggiore diversità nella popolazione. E la maggiore diversità biologica tende a essere un vantaggio: le popolazioni che si ostinano a rimanere pure, riproducendosi solo al loro interno, tendono a soffrire di problemi genetici [altra menzogna. Le popolazioni pure sono le più forti e longeve]. Quindi state tranquilli: la nostra razza non è in pericolo. Ma anche se lo fosse, non ci sarebbe niente di male.
Non c’è niente di male nel distruggere quelle differenze che dichiarano di amare.
://www.libraccio.it/libro/9788898837540/bruno-barba/meticcio-opportunita-della-differenza.html
L’umanità è fatta di mescolanze: come insegnano le culture mediterranee, caraibiche, sudamericane, il meticciato rappresenta un destino ineluttabile: non da subire passivamente, bensì da considerare come un’occasione imperdibile per una decisa apertura alla diversità e alla scelta. È il momento di promuovere l’essere transculturale, la nuova mobilità planetaria, di affrontare il nostro tempo con strumenti interpretativi adatti, senza alcun timore. Nessuno perderà la propria identità, al contrario la rafforzerà e la celebrerà [altro culmine di demenza], attraverso il processo di ibridazione. Questo saggio, in una nuova edizione ampliata e rivista destruttura, anzi decolonizza la nostra mente, e prova a pensare per nuove categorie. Partendo dalla storia si intraprende un percorso che si pone come il ‘manifesto del meticciato contemporaneo’: una riflessione cruciale per il nostro tempo, un’affilata antropologia dell’in-differenza.
Cambierebbe qualcosa di significativo?
Cambierebbe che verrebbe annientato il nostro popolo, popolo dalla civiltà millenaria.
Ma la vera questione, a un certo punto, è: che differenza fa?
Che differenza fa se 50 milioni di Italiani vengono annientati?
Che differenza fa se il nostro popolo dalla civiltà millenaria viene annientato completamente e per sempre?
Anziché uccidere versando il sangue, i nuovi sterminatori uccidono facendo versare agli africani e agli asiatici l’altro liquido impuro.
Gli universalisti disprezzano le differenze.
Sono distruttori.
://www.wired.it/scienza/ecologia/2018/01/15/razza-fontana-bianca-pericolo/
una riflessione cruciale per il nostro tempo, un’affilata antropologia dell’in-differenza.
Antropologia dell’in-differenza.
Alla fine si tradiscono.
Vogliono renderci tutti indistinguibili.
Tutti in-differenti.
Non può riconoscersi né nel padre né nella madre.
Il meticcio è permanentemente apolide.
Vogliono rendere irreversibile la condizione di massima vulnerabilità, quella stessa in cui e per cui gli Ebrei sono stati annientati.
”Agli occhi di molte correnti del movimento sionista, la caduta di Masada sigillava in maniera simbolica più di duecento anni di storia del popolo ebraico, dalle guerre di indipendenza sotto la guida dei Maccabei alla conquista romana, culminata con la distruzione del Tempio e la successiva diaspora. La vicenda di Masada serviva da cesura ideale tra la sicurezza data da uno stato autonomo, quando il popolo ebraico era stato padrone del proprio destino, e la caducità della diaspora, in cui gli Ebrei per duemila anni sono stati vittime di persecuzioni e massacri culminati nella Shoah.
La caduta di Masada simboleggiava la fine dell’indipendenza ebraica. La rocca di Erode assurgeva a simbolo collettivo della volontà del movimento sionista di rinnovare la creazione di uno stato ebraico nella Terra di Israele, proposito che si sarebbe realizzato solamente nel 1948. Idealmente, i fondatori del sionismo si collegavano ai protagonisti delle sfortunate rivolte contro i Romani e, scavalcando duemila anni di dispersione, ne assumevano l’eredità. I valori libertari di eroi vissuti duemila anni prima divennero la fonte di ispirazione dei pionieri, gli haluztim. Per creare una nuova società egualitaria e dare agli Ebrei di tutto il mondo una patria, essi erano venuti dalle inospitali lande dell’Europa orientale, dove era endemico l’odio per l’ebreo, eterno diverso e straniero nella terra che abitava.”
Samuele Rocca, Mai più Masada cadrà. Storia e mito della fortezza di Erode, Salerno Editrice, 2021, pagina 11.
«Gerusalemme distrutta, il tempio raso al suolo, gli Israeliti dovettero rinunziare alla vita nazionale, per dare al mondo una religione pura. Portando in mano la Bibbia, andarono per tutta la terra, per soffrire ed insegnare; portandola come una fiaccola, errarono per cacciare le tenebre e schiarire le notti degli altri».
Jacques Faitlovich, Gli Ebrei d’Abissinia
jstor.org/stable/41282358
Dovunque gli Ebrei giungessero, sconosciuti, soffrivano violenza improvvisa ineluttabile gratuita, poiché privi, in quanto apolidi, di protezioni.
Dobbiamo guarire dalla pazzia di Orosio, il quale, subito dopo essere fuggito in Africa dall’invasione visigotica dell’Iberia, si dichiara orgogliosamente apolide:
«L’ampiezza dell’Oriente, l’abbondanza del Settentrione, le fertilissime sedi delle grandi isole hanno le mie leggi e il mio nome, poiché romano e cristiano giungo tra romani e cristiani. […] Un unico Dio, che ha voluto quest’unità del regno per i tempi in cui gli è piaciuto manifestarsi, da tutti è amato e temuto; le medesime leggi, sottoposte a un unico Dio, regnano ovunque; dovunque giungerò, sconosciuto, non avrò da temere violenza improvvisa come chi è senza protezione. Tra romani, come ho detto, romano, tra cristiani cristiano, tra uomini uomo, mi appello allo Stato in base alle leggi, alla coscienza in virtù della fede, alla natura in nome dell’uguaglianza.»
Storie contro i pagani, V, 2, 6.
Dobbiamo guarire dal culto dell’apolidìa.
”La banlieue ha inoltre già una sua mitologia cinematografica di film furbetti sulla violenza poliziesca nelle periferie, da L’odio di Mathieu Kassovitz (1994) a I miserabili, di Ladj Ly (2019). Curiosamente, in queste pellicole non si vedono mai nordafricani fracassare di botte un povero cristo bianco che ha incrociato il loro sguardo su un bus (lo psichiatra infantile Maurice Berger, in Sur la violence gratuite en France,ha dimostrato che nell’Esagono avviene un atto di violenza gratuita ogni due minuti, in gran parte per mano di adolescenti di origine magrebina).”
Adriano Scianca, Se li coccoli gli immigrati straripano. L’esempio della Francia lo dimostra, La Verità, Venerdì 10 Giugno 2022, pagina 14.
Siamo apolidi perché siamo vulnerabili a violenze improvvise ineluttabili e gratuite.
Gli Amon Goeth nostrani, molto più feroci dell’Amon Goeth tedesco, hanno fatto invadere la Nazione da milioni di Amon Goeth africani e asiatici, molto più feroci dell’Amon Goeth tedesco.
L’Europa occidentale è una nuova Plaszow, una nuova Ausch witz.
Ambuliamo, sconosciuti, nella nostra stessa patria o in quel territorio che una volta era la nostra patria.
”Tu te ne vai a spasso per la tua patria,
o meglio, non in patria,
perché la patria l’hai perduta.”
Gerolamo, Epistole.
Siamo molto più erranti dell’Ebreo errante.
Siamo in una condizione molto peggiore di quella in cui e per cui gli Ebrei sono stati annientati.
“…Salvini deve decidere se vuole davvero salvare l’Italia dall’invasione, e allora mettere al primo punto del programma del prossimo governo l’abrogazione dei i ricongiungimenti familiari, oppure fingere di farlo chiudendo i porti: perché nel secondo caso ci sarà solo un rallentamento nel processo di sostituzione etnica…”: Salvini non ha deciso e non deciderà una beata minchia. Ha candidato Iwobi al Senato per le politiche 2018, messo ai primi posti di lista per farlo eleggere, quindi è favorevole alla sostituzione etnica al pari di tutti gli altri.
Islamizzata e negrizzata nell’arco di 50 anni. Penso che nessuno, sul finire degli anni sessanta, poteva davvero immaginare che saremmo precipitati così tanto nella merda. Ed eccoci qui invece, intere zone del paese, soprattutto le regioni del Nord e del Centro, infestate dalla presenza afroislamica. E in regioni come Lombardia e Veneto la Lega ci ha messo del suo accontentando i padroni delle fabbrichette che volevano solo manodopera straniera a basso costo. E oltre alle fabbriche, la snazionalizzazione ha colpito le scuole a causa dei ricongiungimenti familiari.
Nessuno osa lamentarsi per timore di accuse di “razzismo” e preferisce subire in silenzio. Non può vietare alla propria figlia frequenti un ne(g)ro, altrimenti sarebbe un lurido “razzista”, quando in realtà se lo facesse significherebbe che tiene al suo onore e alla sua dignità.