domenica 26 giugno 2022

 BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI, INVASIONE, TRENTO

ISLAMICO NATO IN ITALIA E CITTADINO ITALIANO PER IUS SOLI PROGETTAVA ATTENTATI: PERITO CHIMICO INTEGRATO

GIUGNO 24, 2022































Proprio oggi Pd e quel che resta del M5s hanno portato dalla Camera la loro nuova legge sullo ius soli: ius scholae. Complici dei terroristi islamici in Parlamento.

Su questa notizia:

Già con l’attuale legge, che ha una componente di ius soli, diventano italiani al diciottesimo anno di età. E poi preparano attentati.

Altro che ius soli o ius scholae, ci vuole il ritorno allo ius sanguinis integrale.

Indagini su due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, radicalizzati attraverso la propaganda sul web


Avrebbero progettato di compiere in Italia un attentato con ordigni esplosivi, in nome della Jihad. I carabinieri del Ros, con il supporto del Comando provinciale Trento, del Gruppo di intervento speciale (Gis) e del Raggruppamento investigazioni scientifiche, hanno quindi eseguito il 15 giugno scorso un provvedimento di fermo del pubblico ministero, emesso dalla procura della Repubblica di Trento, nei confronti di due giovani incensurati, un uomo e una donna, indagati per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, arruolamento ed addestramento con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il gip del Tribunale di Rovereto (Trento), il 18 giugno ha disposto la misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, solo nei confronti dell’uomo. Misura che, secondo l’autorità giudiziaria, è legata alla necessità di garantire un percorso di deradicalizzazione dell’indagato, nel quale avrà un ruolo fondamentale la famiglia di origine, perfettamente integrata nel tessuto sociale italiano.

Dalle attività investigative è emerso che i due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, inseriti nel contesto sociale, di lavoro e di studio, avrebbero intrapreso da tempo un percorso di radicalizzazione reso possibile ed efficace dalla propaganda jihadista sul web. Dalle indagini del Ros è emerso che gli indagati si sarebbero addestrati per compiere atti violenti e avrebbero progettato di compiere in Italia un attentato con ordigni esplosivi, in nome dell’organizzazione terroristica “Stato Islamico”. Secondo i piani criminosi, dopo aver commesso l’attentato, i due si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi alla stessa organizzazione terroristica.

Sono state eseguite inoltre alcune perquisizioni che hanno consentito di sequestrare materiale informatico e prodotti chimici, precursori per la fabbricazione di ordigni esplosivi. Il materiale è stato consegnato al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche per gli accertamenti tecnici.

E’ stato “parzialmente ammesso quello che era in contestazione”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi, nel corso della conferenza stampa insieme al comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, sull’indagine. La famiglia di origine, è emerso nel corso della conferenza stampa, non sapeva nulla del percorso di radicalizzazione intrapreso.

E’ un perito tecnico chimico il giovane finito ai domiciliari nell’inchiesta della procura di Trento che ha portato all’operazione anti terrorismo dei carabinieri del Ros. E’ emerso nel corso della conferenza stampa sull’indagine. “C’è stato un percorso di radicalizzazione violenta dell’indagato che si è via via accostato all’ideologia dello Stato islamico fino al giuramento della fedeltà all’Is nelle mani virtuali di un appartenente allo Stato islamico. Questo percorso lo porta ad assumere posizioni più radicali”, ha spiegato il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto.

L’indagato, spiega il comandante del Ros, sia “per la sua formazione, è un perito tecnico chimico, sia per il luogo di lavoro frequentato, riesce ad approvvigionarsi di sostanze chimiche precursori per materiale esplodente molto pericoloso”. Sostanze che, prosegue il generale Angelosanto sono state “in parte sottratte dal luogo di lavoro” e il materiale è stato poi “accantonato in un luogo di deposito”.

“E’ la prima volta che in Italia ci troviamo di fronte a un cittadino italiano radicalizzato in proprio in casa, autoaddestratosi sul web”, ha osservato il comandante del Ros precisando che ci troviamo di fronte a un “soggetto radicalizzato italiano” che si stava approvvigionando di sostanze chimiche utili per materiale esplosivo.






 


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