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IUS SCHOLAE, LETTA VUOLE DARE LA CITTADINANZA ITALIANA AGLI STUPRATORI DI PESCHIERA
GIUGNO 29, 2022
Nella sciagurata ipotesi che il famigerato ddl venisse approvato in entrambi i rami del Parlamento, gli stupratori e i saccheggiatori di Peschiera del Garda diventerebbero tutti italiani. Come il 90 per cento dei miliziani stranieri delle baby gang. E’ una legge eversiva.
Quello che non ci piace della comunque essenziale opposizione di Lega e FdI alle folli proposte del Pd sullo ius soli, è che tradiscono, comunque, una delirante sudditanza culturale.
Non negano alla radice, ma parlano di ‘altre urgenze’: quando, invece, l’urgenza sarebbe rivedere l’attuale legge in senso restrittivo con uno ius sanguinis attuale.
Già con l’attuale legge, a 18 anni gli stupratori di Peschiera saranno tutti italiani se nati in Italia. Oppure lo diventeranno per residenza. E’ per questo urgente, non solo fermare le oscenità sullo ius soli, ma anche, col prossimo Parlamento, tornare allo ius sanguinis integrale.
Perché, con l’attuale legge, il redde rationem è solo rimandato di una decina di anni: poi si infiltreranno nell’esercito, nelle forze dell’ordine, nella politica. Nelle istituzioni. Le mafie etniche diventeranno interlocutori politici.
Sinistra e grillini non hanno solo problemi di priorità ma anche di tempismo. Dopo la rissa tra due mega-gang di stranieri che hanno messo a ferro e fuoco Peschiera del Garda, anziché accendersi un dibattito, serio, sulla sicurezza, si è colta di nuovo la palla al balzo per riproporre le vecchie battaglie sull’elargizione della cittadinanza italiana.
Se un marziano all’oscuro di tutto leggesse Repubblica di oggi, infatti, non potrebbe non avere la sensazione che i fatti di Peschiera siano totalmente capovolti, con i facinorosi in realtà “vittime” di rabbia, isolamento sociale, emarginazione. Ecco allora, come rimedio, la riforma della cittadinanza, tornata tra le priorità assolute della sinistra, anche se nel dibattito lo ius soli sembra aver lasciato spazio allo ius scholae. Giuseppe Conte ha ribadito che si tratta di un caposaldo della loro agenda e, dopo che il 9 marzo la Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha dato parere favorevole al testo presentato dal pentastellato Giuseppe Brescia, arriverà in discussione alla Camera il 24 giugno.
Lo ius scholae prevede che possa fare richiesta per la cittadinanza chi sia arrivato in Italia prima del compimento dei 12 anni di età e che porti a termine con successo un percorso scolastico di 5 anni. Una nuova proposta che per la verità raccoglie il favore anche di altri partiti e che sarebbe finalizzata a permettere a tanti bambini nati e cresciuti in Italia di ottenere la cittadinanza con più facilità rispetto all’attuale trafila burocratica. Il testo che arriverà in Parlamento (e che inizierà un iter lunghissimo che come visto col Ddl Zan potrebbe concludersi anche con un nulla di fatto) andrebbe a sostituire le leggi che attualmente regolano il diritto alla cittadinanza e che dipendono principalmente dal cosiddetto ius sanguinis. Se uno dei due genitori è già cittadino italiano, i loro figli possono acquisire il diritto alla cittadinanza se risiedono legalmente ed ininterrottamente fino ai 18 anni in Italia, a condizione che la richiesta venga presentata entro un anno dal compimento della maggiore età.
Confesso di averci pensato. Ma in realtà non ci lascerebbero fare nemmeno quello. A loro servono schiavi che lavorino sodo, i neri delle baby gang sono solo, nella loro mentalità bacata e criminale, solo come una forzatura per costringere le persone per bene ai loro desiderata. Non gli passa nemmeno per la testa che alla fine gli italiani che producono e muti, e si devono beccare tutte le loro imposizioni contro l’umanità, che chiamano ‘leggi’, alla fine finiscono. Come ‘finirono’ i bufali in nord america, a furia di cacciarli, anche se nessuno credeva veramente che un giorno potessero ‘finire’.
Tanto vale che li togliamo di mezzo noi E ORA.
@Steel. Io ci sto
”Turpissimam aiebat Fabius imperatori excusationem esse non putaui, ego turpissimam homini puto. Omnia puta, expecta”
”Fabio affermava che per un comandante è vergognosissima la scusante ”non me l’aspettavo”. Io la ritengo la più vergognosa per un uomo. Prevedi, aspèttati di tutto”
Seneca, De ira, II, 31, 4.
Dobbiamo scolpirci nella memoria l’ammonimento di Quinto Fabio Massimo e di Lucio Anneo Seneca, e aspettarci di tutto.
Lasciamogli la nostra, bruciamo tutto, andiamo via in massa portandoci dietro tutte le cose di valore e molliamo sti figli di troia a “governare” i mussulnegri.Poi arrivano i missili, torniamo e spazziamo via macerie e cadaveri e si ricomincia, in poche migliaia blindando una costituzione razzista e intollerante al 200000%.