SOLO UN FAR WEST IN ITALIA PORTERA' I POLITICI, IN PARTICOLARE QUELLI DI SINISTRA, A INTERVENIRE SULLA LEGALITA' E SICUREZZA
BREAKING NEWS, CRIMINI IMMIGRATI
IUS SCHOLAE, GIUDICI LIBERANO L’ISLAMICO BABY GANG: PUÒ FARE QUELLO CHE VUOLE
GIUGNO 30, 2022
– L’offerta “di un prodotto musicale ritenuto difforme dai modelli auspicabili resta coperto dal diritto fondamentale di manifestazione del pensiero e può essere accostata ad una misura di prevenzione personale solo se connessa alla consumazione abituale di delitti, di cui mancano gli estremi”. E’ solo uno dei passaggi con cui il Tribunale di Milano ha respinto una nuova richiesta di “sorveglianza speciale” per un anno per il rapper 21enne Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib, molto noto alle cronache nell’ultimo periodo, “sotto contratto da parte di una major musicale” con guadagni milionari e “circa 800mila follower sui social network”.
E’ la seconda volta, dopo lo scorso marzo, che la Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese boccia una richiesta di questo genere da parte della Procura, spiegando che il giovane non è “socialmente pericoloso”, anche perché “il suo certificato penale riporta l’unico precedente per fatti commessi all’età di 15 anni”. I giudici Rispoli-Cernuto-Pontani, accogliendo le tesi difensive del legale Niccolò Vecchioni, smontano uno ad uno i nuovi elementi portati dall’accusa per chiedere la misura, tra cui una presunta resistenza a pubblico ufficiale “nell’aprile di quest’anno” quando venne fermato per un controllo assieme ad un amico. Quest’ultimo è già stato processato e assolto e, dunque, una sentenza “ha stabilito l’insussistenza del fatto”.
Tra l’altro, scrivono i giudici, “il livello dei controlli” a cui il 21enne è sottoposto porta ad “escludere che questi sia attualmente coinvolto nell’uso delle armi, negli spacci e nelle violenze di cui tratta nelle canzoni”. E non basta contestargli, aggiungono, “atteggiamenti ‘sfidanti'” di cui si parla nell’istanza di misura.
E’ la seconda volta, dopo lo scorso marzo, che la Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese boccia una richiesta di questo genere da parte della Procura, spiegando che il giovane non è “socialmente pericoloso”, anche perché “il suo certificato penale riporta l’unico precedente per fatti commessi all’età di 15 anni”. I giudici Rispoli-Cernuto-Pontani, accogliendo le tesi difensive del legale Niccolò Vecchioni, smontano uno ad uno i nuovi elementi portati dall’accusa per chiedere la misura, tra cui una presunta resistenza a pubblico ufficiale “nell’aprile di quest’anno” quando venne fermato per un controllo assieme ad un amico. Quest’ultimo è già stato processato e assolto e, dunque, una sentenza “ha stabilito l’insussistenza del fatto”.
Tra l’altro, scrivono i giudici, “il livello dei controlli” a cui il 21enne è sottoposto porta ad “escludere che questi sia attualmente coinvolto nell’uso delle armi, negli spacci e nelle violenze di cui tratta nelle canzoni”. E non basta contestargli, aggiungono, “atteggiamenti ‘sfidanti'” di cui si parla nell’istanza di misura.
milano é marcia, va rasa al suolo completamente.