domenica 26 novembre 2023

A FIRENZE UN GRUPPO I RAZZISTI DI SINISTRA ISLAMICI HANNO MASSACRATO DI BOTTE UN ITALIANO IN ZONA IL POGGETTO AL GRIDO "6 UN MAFIOSO ITALIANO".




ITALIANO MASSACRATO DA BANDA NORDAFRICANI: “ITALIANO MAFIOSO”

NOVEMBRE 26, 2023








Accerchiato da una baby gang di immigrati, pestato e derubato della sua attrezzatura da odontoiatra con cui, la mattina presto, si stava avviando verso lo studio al grido “mafioso italiano”. Non è odio razziale?


“Sono passato dall’avere la testa poggiato sul cuscino ad averla sull’asfalto”, chiosa con amaro sarcasmo il dottor Giovanni P., 51 anni, rapinato alle 4.30 del mattino in via Galeno, al Poggetto da un gruppetto di giovanissimi. Dolore per i calci subìti dopo che a suon di strattoni e stato catapultato a terra, ma, ma anche tanta delusione per la deriva in cui lui vede precipitare la sua città e il suo quartiere, Rifredi. E voglia di reagire, concretizzata in un esposto presentato dal suo legale, l’avvocato Francesco Ceccherini, in cui chiede sì una punizione per gli autori dell’aggressione (tre soggetti, dalle parvenze nordafricane) ma anche soluzioni per una situazione “diventata pressoché insostenibile”, come emerso anche da un esposto, con 1600 firme, di commercianti e residenti della zona di piazza Dalmazia.

Preciso che sono sposato con un’extracomunitaria”, ci tiene a puntualizzare il medico, per sgomberare il campo dai dubbi che le sue parole possano essere alimentate da pregiudizi

Perché se ti pestano gli immigrati non puoi denunciare, a meno di essere sposato con uno di loro. Mentre puoi generalizzare su tutti i maschi italiani se uno di loro uccide una donna, se decine di migliaia di immigrati uccidono, stuprano e delinquono non puoi generalizzare. Altrimenti sei ‘razzista’. Fanculo.

L’aggressione è avvenuta dieci giorni fa all’angolo di via Mercati, dove tre soggetti “con fare intimidatorio” lo hanno avvicinato per chiedergli una sigaretta. Un pretesto, perché “dinanzi a una prima risposta di diniego cominciavano ad avanzare richieste di denaro, con tono visibilmente più minaccioso”. Al secondo no, “uno dei tre soggetti mi ha aggredito, prendendomi per il collo, ingiuriando parole come ’mafioso’, e provava a strappare di dosso la borsa”. Dentro, oltre ai vestiti, c’erano delle attrezzature professionali del valore di 3500 euro. “L’aggressione è proseguita con colpi al volto e numerose percosse alla testa. Successivamente si aggiungevano gli altri due soggetti del gruppetto i quali, fino a quel momento rimasti conniventi, mi strattonavano facendomi cadere per terra e iniziavano anche questi a colpirmi con numerosi calci a tutto il corpo”.

“Sono innegabili la paura e il timore provati. Non solo. Sono una persona comune, che risiede in una zona ormai resasi protagonista di innumerevoli episodi di aggressioni, rapine, risse e atti vandalici. Il consistente tasso di criminalità che da troppo tempo connota la zona ha creato infatti un clima di forte tensione a chiunque ci transiti, ci abiti o ci lavori. E’ ormai pacifica l’esistenza di numerose baby gang, ossia di ragazzi allo sbaraglio che commettono delitti in evidente stato di ubriachezza e sotto l’effetto di stupefacenti”, conclude il medico.
















Appena si avvicina un poderoso calcio alla rotula da fargliela cascare a terra.
Ma magari fosse stato mafioso: quelli si facevano rispettare.



















 

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