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IMMIGRATI SCATENATI A ROMA: AUTISTI MASSACRATI DI BOTTE E BUS DEVASTATI
MAGGIO 22, 2022
La società italiana sta diventando sempre più simile ad una distopia criminale immaginata negli anni ottanta. Soprattutto le grandi città, assediate dalla presenza degli immigrati e dei loro figli stanno diventando totalmente insicure.
A Roma ventitré assalti ai bus negli ultimi mesi.
Ventitré aggressioni negli ultimi cinque mesi ai dipendenti di Atac, Cotral e Roma Tpl. Conducenti, soprattutto, presi di mira da esagitati che non si vergognano ad usare le mani o, in alcuni casi, anche oggetti. Solo degli episodi denunciati alle forze dell’ordine, in questi primi cinque mesi scarsi del 2022, secondo i dati diffusi dal sindacato Faisa Cisal, si sono registrati 20 episodi di aggressioni sui mezzi dell’Atac, una sul Cotral e due sul Tpl. Lo scorso anno furono, rispettivamente, 48, 7 e 8.
Vivere sui mezzi pubblici (gli autobus più di tram e metro), dunque, è sempre più un incubo, sia per gli utenti che per i dipendenti delle aziende dei trasporti. La questione, ciclicamente, torna sotto i riflettori delle cronache. Autisti feriti, vetture danneggiate, sindacati inviperiti, ripropongono il tema. Le soluzioni? Evidentemente mai definitive.
“Ogni giorno le cronache locali e nazionali raccontano di aggressioni, fisiche e verbali, ai danni di autisti del servizio di trasporto pubblico. Notizie inaccettabili sopratutto perché non si tratta di episodi sporadici ma frequenti e periodici. Abbiamo delle proposte che vogliamo condividere con i vertici delle aziende il prima possibile”, ha ammonito Luciano Colacchi, segretario provinciale Faisa Cisal.
Una situazione, quella della sicurezza, che secondo il sindacato non è stata “mai affrontata dai vertici aziendali negli anni mentre, giorno dopo il giorno, il personale di Cotral, Atac e del Tpl, rischia in prima linea”. “Gli episodi denunciati quest’anno sono purtroppo in linea con quanto accaduto nel 2021. – sottolinea Colacchi – Continuando di questa media anche questo 2022 sarà un anno orribile per noi. A questi episodi, regolarmente segnalati alle forze dell’ordine, si vanno ad aggiungere tutti quei casi in cui le vittime hanno preferito, disilluse e scoraggiate, non denunciare nulla”, come l’episodio di Ponte Mammolo di pochi giorni fa.
“Ogni giorno i nostri autisti, il nostro personale di front office, è come se scendesse in prima linea – conclude il segretario Faisa Cisal -. Non si può pensare di andare a lavoro ed avere il timore di essere aggrediti. In tanti anni non è stato fatto nulla. Servono maggiori risorse e nuovi progetti perché quel poco che è stato messo in campo fino ad ora non è stato, evidentemente, sufficiente. Serve maggiore controllo dei mezzi, delle stazioni e delle fermate, con impianti di videosorveglianza che ormai hanno dei costi più che abbordabili. Servono dotazioni di sicurezza e vorremmo che il nostro personale fosse munito di spray al peperoncino per potersi difendere. Chiederemo che nelle linee maggiormente prese di mira ci possa essere l’impiego di guardie private a bordo dei mezzi o comunque ci sia maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine”.
A fine del 2017, a seguito di una escalation di violenze, Atac aveva predisposto un piano anti aggressioni per potenziare un protocollo di intesa siglato con la Questura chiedendo di predisporre la presenza di forze dell’ordine in borghese sui mezzi e nelle zone più a rischio dove insiste il servizio di trasporto.
Oltre alle cabine di guida rinforzate (e non blindate), per impedire a chiunque di avvicinarsi all’autista, sui bus da poco entrati in servizio ci sono anche telecamere di vigilanza e quando l’installazione delle apparecchiature sarà terminata, la flotta Atac potrà contare su 960 impianti, tenendo presente che 500 vetture sono già video equipaggiate. Inoltre tutti i bus sono dotati di allarme silenzioso collegato direttamente con la centrale operativa. Anche Cotral, negli anni ha adottato diverse contromisure ottenendo risultati numericamente significativi con l’introduzione dell’autista controllore e l’intensificazione dei controlli a bordo bus. Il sindacato Faisa Cisal però preme e chiede maggiore sicurezza: “Servono azioni urgenti e concrete”.
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