giovedì 27 luglio 2017

POI DICONO CHE IL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI FIRENZE NON CENTRA CON IL CASO " FORTETO ", ALL'EPOCA COME GIUDICE ONORARIO C'ERA LA DR.SSA CECCHERINI SIMONA TRIBUNALE PER I MINORENNI DI FIRENZE...


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Forteto, a un passo dalla sentenza, 11 indagati per falsa testimonianza.


Il processo di appello ruota attorno al tema: in primo grado è stato rispettato il diritto costituzionale alla difesa del capo della comuità Rodolfo Fiesoli?

Il processo di appello per i fatti del Forteto volge al termine e la battaglia fra accusa e difesa ruota attorno a un unico tema: in primo grado è stato rispettato il diritto costituzionale alla difesa del principale imputato, il capo della comunità Rodolfo Fiesoli, accusato di abusi su minori e maltrattamenti, e degli altri 22 soci accusati con lui di maltrattamenti? Con argomenti a tratti di grande finezza, gli avvocati difensori hanno detto che no, che non c’è stato equilibrio fra accusa e difesa e che il tribunale ha violato i diritti degli imputati. «Non vi è stato rispetto delle regole», ha detto l’avvocato Lorenzo Zilletti, citando un memorabile dialogo nel film di Spielberg “Il ponte delle spie”. Gli avvocati difensori hanno lamentato, fra l’altro, la disparità di trattamento fra accusa e difesa nella decisione del tribunale di escludere una serie di testimonianze, e hanno chiesto alla corte di appello di rinnovare il dibattimento, chiamando a deporre in particolare due assistenti sociali, Simona Ceccherini e Annalisa Melli. Ma il pm Ornella Galeotti, che rappresenta l’accusa con il sostituto procuratore generale Adolfo Sgambaro, ha rivelato alla corte che la prima è indagata per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio dal 2014, e che la seconda è indagata da qualche mese per falsa testimonianza, in seguito alla sua deposizione in aula al secondo processo per violenza su minore in corso contro Rodolfo Fiesoli. Inoltre è aperta una indagine per falsa testimonianza a carico di 11 persone che hanno deposto nel primo processo. Era stato il tribunale a trasmettere gli atti alla procura.

Alla tesi secondo cui Rodolfo Fiesoli avrebbe subìto ingiuste condanne, il pm Galeotti ha contrapposto l’elenco dei procedimenti a carico del profeta del Forteto, che dopo l’arresto nel 1978 per atti di libidine violenti fu condannato con il compagno Luigi Goffredi in primo grado, assolto in appello e poi, dopo l’annullamento in Cassazione, condannato di nuovo e definitivamente nel 1985. La richiesta di revisione del processo, sostenuta dall’avvocato Giuliano Pisapia, fu respinta dalla Cassazione. Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell’uomo condannò l’Italia perché venivano ostacolati i rapporti fra due fratellini affidati al Forteto e la loro madre. E la sentenza ricordava la precedente condanna di Fiesoli e Goffredi. Quando, nel 2010, la procura ha avviato nuove indagini su Fiesoli, le denunce dei testimoni erano praticamente identiche a quelle di chi aveva deposto nel 1978: approcci di tipo sessuale anche con minorenni, separazioni drammatiche dalle famiglie di origine, divieto di rapporti fra uomo e donna, anche fra coniugi, estenuanti sedute di chiarimento.

Quanto alla contestata disparità fra accusa e difesa, il pm Galeotti ha sostenuto invece – conti alla mano – che il tribunale ha sentito 34 testimoni richiesti dal pm e dalle parti civili (di cui 5 in comune con le difese), e 34 testimoni indotti dalla difesa, più 19 dei 23 imputati. Nessuna sproporzione, nessuna iniquità. Dunque, ha concluso il pm, non vi è stata condanna ingiusta di Rodolfo Fiesoli. Il tribunale gli ha inflitto 17 anni e mezzo, e pene dagli 8 anni in giù a 16 degli altri 22 imputati. La corte di appello non ha ancora deciso sulla richiesta di rinnovazione del dibattimento e andrà quasi sicuramente a sentenza il 14 luglio, anche se ritenesse fondate le accuse con ogni probabilità ridurrà le pene, perché alcuni maltrattamenti si sono prescritti. Ma la sentenza di primo grado – sostiene la procura – è stata giusta e meditata, anche se arrivata al termine di un processo difficilissimo, come hanno scritto i giudici di primo grado Marco Bouchard, Matteo Zanobini e Barbara Bilosi.
 
«In quella comunità si sono susseguite condotte maltrattanti in danno di una pluralità di persone,  iniziate con la separazione sistematica dei fratelli - che ha comportato l’annientamento dell’ultimo residuo di unità e complicità familiare -, proseguita con la rottura dei rapporti con la famiglia di origine …, con la sistematicità dei chiarimenti, con la preclusione ad iniziative di vera autonomia e libertà, con la compressione delle individualità e, infine, con il ricorso alla denigrazione ed all’isolamento per contrastare e reprimere ogni situazione di dissenso pensante dalle regole, circostanze ampiamente trattate e sviluppate nel corso della sentenza. A tutto questo le difese, oltre a una defaticante condotta processuale, caratterizzata da continue eccezioni, da questioni processuali e di merito di ogni genere,
 da due ricusazioni e da una istanza di rimessione, che ha inevitabilmente complicato l’ordinato svolgimento di un già di per sé complesso processo, hanno contrapposto prove orali inconsistenti e, soprattutto, prive di genuinità, concretezza, coerenza logica interna, per molte delle quali, con separata ordinanza, verrà disposta la trasmissione degli atti all’Ufficio del pubblico ministero, perché proceda per il delitto di falsa testimonianza».


Mi sono sentito dire da alcuni del Servizio Sociale di Pontassieve, che avrei fatto tutto da solo, ovvero avrei segnalato al Tribunale per i Minorenni di Firenze che, ero sudicio, malato di mente, e maniaco sessuale, inoltre avrei detto al mio datore di lavoro che mi licenziavo perché campo ugualmente anche senza soldi, ma sopratutto avrei deciso di rinunciare alle mie figlie; Questo è a quanto loro cercano in qualche modo di farmi dire, come se io fossi un imbecille, ciò però non corrisponde in modo assoluto alla realtà delle cose, difatti ancora oggi mi batto per ottenere la punizione dei responsabili, la quale ormai siamo alle porte, a me per il culo non mi prende nessuno, tanto meno mi faccio trattare male, loro con me hanno trovato un muro di cemento armato fino ai denti, se ieri ero tinto nero, oggi sono scuro, scuro con le palline gialle...


Cercate su Internet queste due assistenti sociali, invece di chiedermi continuamente come sono queste due assistenti sociali, come sono ve lo dice i siti.
C.D.

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