domenica 2 febbraio 2014

Corriere Fiorentino di mercoledì 31 ottobre 2012, pagina 7

«Ecco perché mandavamo i minori al Forteto»


Indagini Agli atti le lettere in cui i Comuni spiegano le procedure per l'affidamento e i controlli «Ecco perché mandavamo i minori al Forteto» Quali sono stati i criteri e sulla base dei quali è stata «effettuata la scelta di affidare i minori al Forte-to»? E quanti controlli sono stati fatti dai servizi sociali? E quello che chiede la Procura a diverse amministrazioni comunali che con Rodolfo Fiesoli, arrestato dai carabinieri lo scorso dicembre, avevano un rapporto. La lettera è agli atti dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, dall'aggiunto Giuliano Giambartolomei e dal sostituto Ornella Galeotti. E assieme alla lettera ci sono anche le risposte. Per esempio: l'Asl 5 di Pisa spiega che «i nostri controlli arrivano fino al 2000 e non risulta che alcun minore sia stato affidato al Forte-to». Ma quello che eventualmente è anteriore al 2000 «non potremmo più fare copia per distruzione del materiale cartaceo, secondo le norme in vigore». Il sindaco di Vicchio, Roberto Rizzo, scrive invece che «risulta dagli atti in nostro possesso che i minori venivano affidati dal Tribunale per i Minori direttamente alle famiglie residenti al Forteto», precisando che «i servizi sociali sono stati incaricati nel tempo di svolgere alcune funzioni specifiche». Il servizio associato di assistenza sociale di Londa, Pelago, Pontassieve, Rufina e San Godenzo sostiene che «la proposta di inserimento di due minori, che questo servizio ha inoltrato al Tribunale dei Minori, è nata dalla conoscenza» del Forteto, «uno stabile punto di riferimento e di valido modello educativo». Anche il Comune di Prato spiega che «tutti i casi di minore collocati al Forteto sono stati disposti con l'intervento del Tribunale dei Minori». Il Comune di Firenze precisa invece che «sono numerosissime e cadenzate le verifiche da parte dei servizi sociali». Nessuno, però, risponde con esattezza alle richieste della Procura, che sta portando avanti l'inchiesta violenza sessuale e maltrattamenti e ha chiuso le indagini con un avviso di garanzia per 23 persone che ruotano attorno alla comunità di recupero di Vicchio. Il punto è che, andando a cercare tra i controlli delle MI finiti agli atti, si trova traccia di un'annotazione II report del 1997 Per la Procura si tratta di «frasi insignificanti, senza nessun riferimento a processi educativi» che la Procura fa proprio a margine di uno di quei report definiti da Palazzo Vecchio come «verifiche abbondantemente registrate e selezionate». Ebbene, proprio in uno di questi report (quello del i ottobre del 1997), gli inquirenti hanno scritto a mano che si tratta di «una sfilza di affermazioni insignificanti e prive di nesso logico. Non c'è analisi ma solo impressioni banali. Inoltre ci sono affermazioni offensive e fuori contesto», aggiungendo che «non ci sono riferimenti riguardo a un processo educativo». Sul punto vale la pena di riportare quello che il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Firenze Massimo Floquet, ha detto in un'audizione in commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sull'attività di affidamento dei minori. «Non conosco Il Forteto, cooperativa agricola e centro per i minori a Vicchio nulla, per via diretta, della vicenda relativa alla comunità del Forteto» e «in termini generali, non mi convince la "famiglia funzionale", ma è facile parlare adesso e in una posizione come la mia, che è di controllo e non è chiamata a determinare gli affidi. Dal quadro che sembra emergere pare proprio che in quel caso molte cose non siano andate come avrebbero dovuto», ha detto il procuratore.
Simone Innocenti simone. innocenti@ res. it ***

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