Forteto, a un passo dalla sentenza, 11 indagati per falsa testimonianza.....
Il processo di appello per i fatti del Forteto volge al termine e la battaglia fra accusa e difesa ruota attorno a un unico tema: in primo grado è stato rispettato il diritto costituzionale alla difesa del principale imputato, il capo della comunità Rodolfo Fiesoli, accusato di abusi su minori e maltrattamenti, e degli altri 22 soci accusati con lui di maltrattamenti? Con argomenti a tratti di grande finezza, gli avvocati difensori hanno detto che no, che non c’è stato equilibrio fra accusa e difesa e che il tribunale ha violato i diritti degli imputati. «Non vi è stato rispetto delle regole», ha detto l’avvocato Lorenzo Zilletti, citando un memorabile dialogo nel film di Spielberg “Il ponte delle spie”. Gli avvocati difensori hanno lamentato, fra l’altro, la disparità di trattamento fra accusa e difesa nella decisione del tribunale di escludere una serie di testimonianze, e hanno chiesto alla corte di appello di rinnovare il dibattimento, chiamando a deporre in particolare due assistenti sociali, Simona Ceccherini e Annalisa Melli. Ma il pm Ornella Galeotti, che rappresenta l’accusa con il sostituto procuratore generale Adolfo Sgambaro, ha rivelato alla corte che la prima è indagata per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio dal 2014, e che la seconda è indagata da qualche mese per falsa testimonianza, in seguito alla sua deposizione in aula al secondo processo per violenza su minore in corso contro Rodolfo Fiesoli. Inoltre è aperta una indagine per falsa testimonianza a carico di 11 persone che hanno deposto nel primo processo. Era stato il tribunale a trasmettere gli atti alla procura.
Alla tesi secondo cui Rodolfo Fiesoli avrebbe subito ingiuste condanne, il pm Galeotti ha contrapposto l’elenco dei procedimenti a carico del profeta del Forteto, che dopo l’arresto nel 1978 per atti di libidine violenti fu condannato con il compagno Luigi Goffredi in primo grado, assolto in appello e poi, dopo l’annullamento in Cassazione, condannato di nuovo e definitivamente nel 1985. La richiesta di revisione del processo, sostenuta dall’avvocato Giuliano Pisapia, fu respinta dalla Cassazione. Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell’uomo condannò l’Italia perché venivano ostacolati i rapporti fra due fratellini affidati al Forteto e la loro madre. E la sentenza ricordava la precedente condanna di Fiesoli e Goffredi. Quando, nel 2010, la procura ha avviato nuove indagini su Fiesoli, le denunce dei testimoni erano praticamente identiche a quelle di chi aveva deposto nel 1978: approcci di tipo sessuale anche con minorenni, separazioni drammatiche dalle famiglie di origine, divieto di rapporti fra uomo e donna, anche fra coniugi, estenuanti sedute di chiarimento.
Quanto alla contestata disparità fra accusa e difesa, il pm Galeotti ha sostenuto invece – conti alla mano – che il tribunale ha sentito 34 testimoni richiesti dal pm e dalle parti civili (di cui 5 in comune con le difese), e 34 testimoni indotti dalla difesa, più 19 dei 23 imputati. Nessuna sproporzione, nessuna iniquità. Dunque, ha concluso il pm, non vi è stata condanna ingiusta di Rodolfo Fiesoli. Il tribunale gli ha inflitto 17 anni e mezzo, e pene dagli 8 anni in giù a 16 degli altri 22 imputati. La corte di appello non ha ancora deciso sulla richiesta di rinnovazione del dibattimento e andrà quasi sicuramente a sentenza il 14 luglio, anche se ritenesse fondate le accuse con ogni probabilità ridurrà le pene, perché alcuni maltrattamenti si sono prescritti. Ma la sentenza di primo grado – sostiene la procura – è stata giusta e meditata, anche se arrivata al termine di un processo difficilissimo, come hanno scritto i giudici di primo grado Marco Bouchard, Matteo Zanobini e Barbara Bilosi.
«In quella comunità si sono susseguite condotte maltrattanti in danno di una pluralità di persone, iniziate con la separazione sistematica dei fratelli - che ha comportato l’annientamento dell’ultimo residuo di unità e complicità familiare -, proseguita con la rottura dei rapporti con la famiglia di origine …, con la sistematicità dei chiarimenti, con la preclusione ad iniziative di vera autonomia e libertà, con la compressione delle individualità e, infine, con il ricorso alla denigrazione ed all’isolamento per contrastare e reprimere ogni situazione di dissenso pensante dalle regole, circostanze ampiamente trattate e sviluppate nel corso della sentenza. A tutto questo le difese, oltre a una condotta defadicante processuale, caratterizzata da continue eccezioni, da questioni processuali e di merito di ogni genere,
Alla tesi secondo cui Rodolfo Fiesoli avrebbe subito ingiuste condanne, il pm Galeotti ha contrapposto l’elenco dei procedimenti a carico del profeta del Forteto, che dopo l’arresto nel 1978 per atti di libidine violenti fu condannato con il compagno Luigi Goffredi in primo grado, assolto in appello e poi, dopo l’annullamento in Cassazione, condannato di nuovo e definitivamente nel 1985. La richiesta di revisione del processo, sostenuta dall’avvocato Giuliano Pisapia, fu respinta dalla Cassazione. Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell’uomo condannò l’Italia perché venivano ostacolati i rapporti fra due fratellini affidati al Forteto e la loro madre. E la sentenza ricordava la precedente condanna di Fiesoli e Goffredi. Quando, nel 2010, la procura ha avviato nuove indagini su Fiesoli, le denunce dei testimoni erano praticamente identiche a quelle di chi aveva deposto nel 1978: approcci di tipo sessuale anche con minorenni, separazioni drammatiche dalle famiglie di origine, divieto di rapporti fra uomo e donna, anche fra coniugi, estenuanti sedute di chiarimento.
Quanto alla contestata disparità fra accusa e difesa, il pm Galeotti ha sostenuto invece – conti alla mano – che il tribunale ha sentito 34 testimoni richiesti dal pm e dalle parti civili (di cui 5 in comune con le difese), e 34 testimoni indotti dalla difesa, più 19 dei 23 imputati. Nessuna sproporzione, nessuna iniquità. Dunque, ha concluso il pm, non vi è stata condanna ingiusta di Rodolfo Fiesoli. Il tribunale gli ha inflitto 17 anni e mezzo, e pene dagli 8 anni in giù a 16 degli altri 22 imputati. La corte di appello non ha ancora deciso sulla richiesta di rinnovazione del dibattimento e andrà quasi sicuramente a sentenza il 14 luglio, anche se ritenesse fondate le accuse con ogni probabilità ridurrà le pene, perché alcuni maltrattamenti si sono prescritti. Ma la sentenza di primo grado – sostiene la procura – è stata giusta e meditata, anche se arrivata al termine di un processo difficilissimo, come hanno scritto i giudici di primo grado Marco Bouchard, Matteo Zanobini e Barbara Bilosi.
«In quella comunità si sono susseguite condotte maltrattanti in danno di una pluralità di persone, iniziate con la separazione sistematica dei fratelli - che ha comportato l’annientamento dell’ultimo residuo di unità e complicità familiare -, proseguita con la rottura dei rapporti con la famiglia di origine …, con la sistematicità dei chiarimenti, con la preclusione ad iniziative di vera autonomia e libertà, con la compressione delle individualità e, infine, con il ricorso alla denigrazione ed all’isolamento per contrastare e reprimere ogni situazione di dissenso pensante dalle regole, circostanze ampiamente trattate e sviluppate nel corso della sentenza. A tutto questo le difese, oltre a una condotta defadicante processuale, caratterizzata da continue eccezioni, da questioni processuali e di merito di ogni genere,
Oltre ad dette assistenti sociali indagate per abuso d'ufficio e falsa testimonianza, a quanto sembra c'è anche un pretore di Pontassieve ( vedi sito allegato ) .
[PDF]SENTENZA FINITA.pages - La Nazione
www.lanazione.it/polopoly_fs/1.1283824.../menu/.../SENTENZA%20FINITA.pdf
Forteto tra Vicchio e Dicomano in un giorno di dicembre prima del Natale 2008; b
Mi chiedo ancora..., nonostante quanto è accaduto al " Forteto", che già in se è palesemente vergognoso, gli stessi assistenti sociali continuano a lavorare come se niente fosse accaduto, inoltre altri assistenti sociali continuano a fare gli stessi sbagli, ovvero allontanamenti facili associati a fantasiosi fatti, i quali a sua volta vengono tangibilmente inoltrati al T.M di Firenze, come se realmente detti fatti fossero in qualche modo veritieri.
Stranamente vengono allontanati dei minori a delle famiglie più deboli, ma la legge non è uguale per tutti?, e chi lo ha detto?, se hai soldi, se hai potere, anche se sei un delinquente, nessuno ti tocca i tuoi figli.
Che strano, là ove dovrebbero essere allontanati veramente dei minori, non vengono allontanati, parliamo dei Bay Gang, parliamo degli extracomunitari, andate a vedere quanti minori Italiani sono stati allontanati, e quanti extracomunitari. Tra l'altro i genitori degli extracomunitari, in larga parte non lavorano, è questa la vera ragione di detti allontanamenti alle famiglie Italiane..
Bé!, forse si potrebbe cambiare la mentalità al sistema minorile, oppure rivedere ogni casa...
Presto è Natale, e più di 30 mila minori, non passeranno neanche questo Natale con le loro famiglie, colpa del sistema, grazie mille.
Oltre 30 mila minori allontanati dai genitori. E qualcuno parla di ...
Anni orsono, guadagnavano sugli schiavi, oggi sui nostri figli..
C.D.
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