mercoledì 11 settembre 2024

Consumatori non vogliono auto elettriche, UE: vi obbligheremo a comprarle

Settembre 10, 2024
































### La Crisi delle Auto Elettriche in Europa: Un Fallimento Annunciato

L’Unione Europea ha da tempo puntato sulle auto elettriche come soluzione per ridurre le emissioni di CO2 e combattere il cambiamento climatico che, ovviamente, non dipende da questa emissione se non in termini trascurabili.

Le ultime dichiarazioni del commissario europeo all’industria, Thierry Breton, hanno messo in luce una realtà preoccupante: i produttori europei non sono riusciti a convincere i clienti: che sono meno stupidi degli elettori di sinistra. Così la Ue ha deciso di obbligarli.

**Un Mercato in Crisi**

Nonostante gli sforzi e gli investimenti massicci, le vendite di auto elettriche in Europa non hanno infatti raggiunto i livelli programmati. La crisi è ormai ufficiale, ma Breton insiste sulla necessità di accelerare per raggiungere l’obiettivo del 2035, quando sarà vietata la vendita di auto a benzina. Questa posizione rigida solleva diverse domande.

**Tecnologie Cinesi: Una Minaccia o un’Opportunità?**

Mario Draghi ha citato le tecnologie di origine cinese come un fattore chiave nella crisi. La dipendenza dalle batterie e dai componenti cinesi mette in discussione la sovranità tecnologica europea e solleva dubbi sulla capacità dell’industria europea di competere a livello globale.

Geni. Draghi compreso. Prima hanno aperto il mercato europeo alla Cina senza dazi, ora lamentano la fuga della tecnologia in Cina. Bizzarro.

**Un Fallimento delle Politiche UE**

La situazione attuale è un fallimento delle politiche UE. L’UE ha imposto obiettivi ambiziosi senza considerare adeguatamente le dinamiche di mercato e le preferenze dei consumatori. La mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate e i costi elevati delle auto elettriche sono solo alcuni dei fattori che hanno contribuito a questo fallimento.

**Conclusione**

È chiaro che l’Unione Europea deve rivedere la sua strategia. Continuare a insistere su obiettivi irrealistici senza affrontare i problemi strutturali rischia di danneggiare ulteriormente l’industria automobilistica europea. È necessario un approccio più flessibile e realistica.



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